TERAMO – Il presidente del Ruzzo affronta di petto la situazione debitoria dell’azienda alla luce di una sentenza sull’Aca, dichiarata "operatore commercialmente fallibile" e dunque ammessa al concordato preventivo dal Tribunale di Pescara. Anche il Ruzzo è una società pubblica "gemella" con servizi affidati “in house”, dunque con caratteristiche “privatistiche”. Se anche il Ruzzo dovesse seguire lo stesso percorso dell’Aca e il giudice accogliesse la richiesta, la società potrebbe abbattere anche la metà del debito da 95 milioni di euro e continuare ad erogare servizi. Ma in questo caso sarebbero le aziende fornitrici che hanno lavorato per il Ruzzo (non ancora pagate) a sostenere i costi delle gestioni politiche degli anni passati. Questa mattina in via Nicola Dati si è tenuto un incontro interlocutorio tra il presidente Antonio Forlini e i 21 imprenditori che vantano un credito superiore a centomila euro nei confronti del Ruzzo. Al termine dell’incontro si è concordato di costituire un gruppo di lavoro, che si riunirà nei prossimi giorni, per definire il perimetro di una ipotesi di sostenibile ristrutturazione del debito nei confronti delle imprese. Tra loro anche l’Ance (Associazione nazionale Costuttori Edili) che è interventuta in una nota per invitare presidente Forlini ad effettuare una definitiva operazione di chiarezza per capire esattamente come e con quali tempi soddisfare le imprese creditrici. “L’Ance – si legge nel comunicato diffuso – ha piena fiducia nell’impegno della goernance del Ruzzo ed in una sua proposta concreta di ristrutturazione del debito che si auspica avvenga in tempi rapidi. Viceversa l’associazione invita tutta la politica, di qualsiasi schieramento, a sostenere senza alibi e contraddizioni il management, insediatosi da soli quattro mesi, nell’operazione di risanamento assolutamente possibile. “Non vi sono strade alternative al risanamento nella piena continuità aziendale- dichiara Vittorio Beccaceci , presidente Ance – e rigettiamo con assoluta decisione qualsiasi prospettiva di insolvenza dell’ente che costituirebbe un disastro economico per le imprese e sociale per l’intero territorio per i conseguenti disservizi che potrebbero compromettere anche la imminente stagione turistica”.
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